Abstract
Con questo articolo, vorrei riflettere sulla vulnerabilità in relazione a due contesti, e pratiche, specifici, quello della disabilità e quello della migrazione, in particolare della protezione internazionale. Le idee raccolte derivano da esperienze concrete. La tesi di fondo è che il rapporto relazionalità-vulnerabilità, soprattutto con riferimento all’emozione intesa come chiave euristica, abbia la capacità di scontornare e riarticolare le istituzioni in cui è all’opera, dunque dimostri una sorta di capacità istituente. Tratterò prima la disabilità, come tema generale e scenario analitico, per mostrare come ciò che emerge da essa sia utilizzabile anche con riferimento al campo della protezione internazionale, proponendo infine alcune riflessioni incentrate sul rapporto tra emozione e immaginazione letterario-giuridica.
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