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Etiche della ricerca in antropologia applicataV. 2 N. 2 (2016)
Dedichiamo questo numero della rivista a Ugo Fabietti,
con affetto e gratitudineLe riflessioni proposte in questo numero nascono dalla costatazione di una assenza. Raramente nei nostri corsi di laurea e di dottorato affrontiamo le questioni etiche che ci interpellano sul campo in un insegnamento dedicato. Esistono insegnamenti di metodologia ma i corsi di etica della ricerca sono praticamente inesistenti nelle università italiane. Nei manuali, la questione etica è – se c’è – confinata in un paragrafetto di voluminosi testi di metodologia o di storia dell’antropologia; i momenti in cui ne parliamo pubblicamente sono, poi, fugaci, spesso a margine di rassicuranti presentazioni ufficiali o in risposta alle richieste a volte curiose, a volte ingenue, a volte disarmanti dei nostri studenti a fine lezione. Domande sui problemi del campo che non di rado ci trovano impreparati.
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Esperienza dell'attesa e retoriche del tempo. L’impegno dell’antropologia nel campo sanitarioV. 2 N. 1 (2016)
Durante una ricerca etnografica in un contesto clinico, il medico neurologo, rivolgendosi ai due antropologi in una pausa di lavoro, disse: «Lavorare con voi è straordinario, ci date indicazioni minime, precise, come a disegnare una mappa di stradine e vicoli alternativi per giungere agli altri, ai pazienti. Noi, per dire, conosciamo solo la strada principale e… se la troviamo interrotta? ostacolata? Restiamo bloccati! Ma sai perché scegliamo sempre quella? Perché non abbiamo tempo. Ci vorrebbe molto più tempo per fare quello che dite…».