Le due Germanie, la Stasi e “Le vite degli altri”
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Come citare

Grütter, G. (2022). Le due Germanie, la Stasi e “Le vite degli altri”. Dialogoi. Rivista Di Studi Comparatistici, (9). Recuperato da https://www.mimesisjournals.com/ojs/index.php/dialogoi/article/view/2018

Abstract

La STASI, polizia segreta della DDR, costituì un regime oppressivo forse più efficace del KGB nell’URSS. Philip Oltermann, dopo aver rovistato nei suoi archivi, ha pubblicato un libro che mette in evidenza il rapporto della STASI con l’arte, in particolare con la poesia. All’inizio degli anni ’80 non era più sufficiente controllare la corrispondenza, ma occorreva “possedere” l’arte, quindi diventò importante entrare nei meccanismi poetici e padroneggiare il linguaggio per controbattere la dissidenza. Man mano che gli agenti si immergevano nella poesia, cominciarono a mettere in discussione l’ideologia di stato e a esprimere gli stessi dubbi. Così narra anche il film Das Leben der Anderen di Florian Henckel von Donnersmarck. Wiesler, un agente della STASI, entra nella vita di uno drammaturgo con le intercettazioni registrando ogni suo passo. A stretto contatto con la poesia e con la musica inizia a nutrire dubbi nei confronti del regime fino a salvare lo scrittore. Sospettato, ma senza prove evidenti, Wiesler sarà relegato in un anonimo ufficio. Caduto il muro di Berlino nel 1989 lo scrittore scoprirà chi era l’agente che lo ha salvato e gli dedicherà un libro dal titolo Sonate vom guten Menschen.

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