Il percorso filosofico-politico di Hannah Arendt. Dall’amor mundi in Agostino alla teoria del giudizio in Kant
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Parole chiave

Etica, Amor mundi, Pensiero, Giudizio, Responsabilità

Come citare

Pansera, M. T. (2023). Il percorso filosofico-politico di Hannah Arendt. Dall’amor mundi in Agostino alla teoria del giudizio in Kant. B@belonline, 10, 175-186. https://doi.org/10.7413/2531-8624018

Abstract

Nella sua prima opera, Il concetto di amore in Agostino, Hannah Arendt mette in luce, all'interno del legame trascendentale che è l'amore cristiano, la relazione plurale che unisce gli uomini tra loro e con il mondo. Parte poi dalla dilectio proximi di Agostino per delineare la sua personale concezione di amor mundi. Con queste premesse, recupera il ruolo fondamentale dell'azione politica e individua in essa la via attraverso cui rispondere alla richiesta di una dimensione autentica e unitaria dell'uomo. L'epoca moderna ha oscurato il vero significato dell'azione morale, inserendo nella mente delle masse la convinzione che legge e morale siano la stessa cosa. In questo modo, la maggior parte dei nazisti eseguiva ciecamente gli ordini e non era in grado di esaminarli dal punto di vista etico del rispetto per l'umanità. Arendt cerca attraverso il giudizio una possibile riconciliazione tra theoria e praxis. Prende a modello il giudizio estetico di Kant, che non si basa su verità eterne e universali dell'intelletto, ma offre spazio alla ricerca di senso e significato, alla discussione, al confronto e alla libertà di pensiero. Il diritto di giudicare è quindi assolutamente inalienabile, perché solo giudicando costantemente l'uomo può dare senso al mondo e condividerlo con gli altri esseri umani. Non si può quindi prescindere da un'accezione etica del pensare, l'attività in cui pensiero e parola rimangono indissolubilmente uniti e caratterizzano il modo di vivere in cui possono manifestarsi qualità veramente umane.

https://doi.org/10.7413/2531-8624018
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